Lo vediamo ogni giorno sulle nostre strade, ma in pochi sappiamo di quali elementi si costituisce l’asfalto e in ancora meno conosciamo i misteri della sua lavorazione.

Eppure si tratta di un elemento fondamentale per la manutenzione delle opere d’arte stradali e la sua mala gestione  può provocare incidenti e disguidi anche di grande entità.

Cosa contiene l’asfalto

In sostanza l’asfalto contiene due elementi: l’aggregato e il legante. Questi vengono miscelati in modo da creare quel materiale coesivo che tutti conosciamo, e che una volta indurito è in grado di sopportare urti, trazioni, sbalzi termici e umidità.

Gli aggregati utilizzati per le miscele di asfalto possono essere roccia frantumata, sabbia, ghiaia o scorie. Oggi si parla anche di asfalto riciclato, ovvero di asfalto che è stato prodotto riutilizzando come aggregati dei sottoprodotti dell’edilizia, come i detriti di costruzione e demolizione.

Invece come legante si tende a usare il bitume, benché oggi siano sotto studio una serie di leganti più sostenibili.

Ricordiamo che normalmente le pavimentazioni stradali sono composte da diversi strati posti uno sopra l’altro.

La produzione dell’asfalto

L’asfalto viene prodotto in un impianto di asfaltatura, che può essere fisso o a miscelazione mobile. La temperatura media di produzione dell’asfalto per conglomerati bituminosi è compresa tra 150 e 180°C, ma oggi sono disponibili nuove tecniche per produrre asfalto a temperature inferiori. 

Diversi tipi di asfalto

Le miscele di asfalto sono diverse, a seconda delle prestazioni che devono raggiungere nelle loro varie applicazioni d’uso. Ad esempio, sono fattori rilevanti per la scelta del tipo di miscela la quantità di traffico, di veicoli pesanti, la temperatura esterna e le condizioni atmosferiche, la necessità di riduzione del rumore e molto altro. 

Il conglomerato scelto dovrebbe avere rigidità e resistenza alla deformazione per far fronte alla pressione esercitata dalle ruote dei veicoli e, d’altro canto, la giusta resistenza alla flessione per evitare il pericoloso fenomeno delle buche. 

Inoltre, serve una buona lavorabilità per poter applicare il conglomerato agevolmente. 

Ecco le principali miscele:

1) Conglomerato bituminoso a caldo (HMA)

Le miscele di asfalto a caldo sono prodotte di norma a una temperatura compresa tra 150 e 180 °C. 

2) Asfalto a miscela calda (WMA)

Un tipico WMA viene prodotto a una temperatura inferiore di circa 20-40 °C rispetto a un equivalente asfalto a caldo. In questo modo si consuma molta meno energia e, di conseguenza, si producono meno fumi (come regola generale, una riduzione di 25ºC produce una riduzione del 75% delle emissioni di fumi). Inoltre, durante le operazioni di stesa, la temperatura del materiale è più bassa, il che si traduce in migliori condizioni di lavoro e più rapidità per chi si occupa della messa in posa.

3) Asfalto a freddo

I conglomerati a freddo vengono prodotti senza riscaldare gli aggregati. Questo è possibile solo grazie all’uso di bitume emulsionato in acqua, che si rompe durante la compattazione o durante la miscelazione. Si produce il rivestimento dell’aggregato. Durante il tempo di maturazione, l’acqua evapora e la resistenza aumenta. I conglomerati a freddo sono particolarmente indicati per le strade non eccessivamente trafficate.