Dopo aver parlato della storia della ferrovia nel mondo, con un occhio più concentrato sull’Europa, non potevamo non vedere che sviluppo ha avuto la ferrovia in Italia.

La prima linea ferroviaria nel Belpaese – non molti lo sanno – fu aperta nel 1839 tra Napoli e Portici, una distanza di circa 7 chilometri. 

Questo fu solo l’inizio di un vasto sviluppo del sistema ferroviario nel paese. Nel corso degli anni successivi vennero costruite molte altre linee ferroviarie nelle diverse regioni italiane.

Dopo l’Unità

Un evento fondamentale per le ferrovie italiane fu il Risorgimento. L’unificazione favorì lo sviluppo di un sistema ferroviario nazionale, che consentisse alle regioni italiane di comunicare in modo migliore e di intrattenere scambi di persone e merci che fossero privilegiati. In fondo, sono molti i fattori a contribuire al consolidamento di un’unità nazionale. Può essere un elemento vincente il servizio di leva obbligatoria, o anche la scuola pubblica nella lingua del nuovo Stato, come anche una rete di mezzi di trasporto funzionanti, capillari e rapidi. 

Solo questa integrazione dei trasporti riesce a consentire un’efficace integrazione economica e sociale delle diverse regioni italiane, come dimostra l’isolamento economico e spesso culturale in cui vivono le aree periferiche, malconnesse ai grandi scambi dell’entroterra.

Regno d’Italia

Durante il periodo del Regno d’Italia, furono realizzate numerose linee ferroviarie importanti. Nel 1870 venne aperta la ferrovia Roma-Firenze, che collegava la capitale al cuore della Toscana. Nel 1884 fu completata la ferrovia del Gottardo, che collegava l’Italia settentrionale alla Svizzera attraverso il tunnel del San Gottardo. Questa linea ferroviaria rappresentò un importante collegamento internazionale.

Negli anni successivi, il sistema ferroviario italiano continuò a espandersi, coprendo sempre più territorio. Furono costruite nuove linee ad alta velocità, come la Direttissima Roma-Firenze e la Direttissima Bologna-Firenze. 

Nel 1906 venne aperto il traforo del Frejus, un tunnel ferroviario che collegava l’Italia alla Francia, consentendo un collegamento diretto tra Torino e Lione.

Periodo fascista

Durante il periodo fascista, le ferrovie italiane furono oggetto di ulteriori sviluppi. Furono costruite nuove linee ferroviarie, come la Linea Tirrenica e la Linea Adriatica, che collegavano rispettivamente la costa occidentale e orientale dell’Italia. Inoltre, furono introdotte nuove tecnologie e modernizzazioni nel sistema ferroviario.

La nascita delle Ferrovie dello Stato

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, le ferrovie italiane furono nazionalizzate e il sistema ferroviario fu gestito dall’azienda statale Ferrovie dello Stato. Negli anni successivi, sono state apportate diverse migliorie al sistema ferroviario, tra cui l’elettrificazione di molte linee e l’introduzione di treni ad alta velocità, come il Treno Alta Velocità (TAV) Frecciarossa.

Negli ultimi decenni abbiamo visto fiorire nuove linee ad alta velocità, come la Napoli-Salerno e la Milano-Bologna. 

Non abbiamo menzionato due importanti collegamenti con le reti ferroviarie europee, ovvero il tunnel del Brennero e quello del Monte Bianco.

In generale, possiamo dire che il sistema ferroviario italiano stia andando incontro a una sempre maggiore standardizzazione delle procedure, che contribuisce a garantire un servizio funzionante e rapido per i cittadini.