Il termine forse più utilizzato nel linguaggio comune per designare i trafori, i sottopassaggi e in generale qualsiasi costruzione coperta che serva per attraversare un ostacolo fisico è “galleria”.
Succede però che, soprattutto nei manuali tecnici, nei testi delle certificazioni, nei capitolati d’appalto o in generale nei documenti più tecnici si parli di “tunnel stradali”.
Qual è il termine corretto?
A scanso di equivoci, diciamo che i due termini sono sinonimi e possono essere usati come tali nella maggior parte dei contesti.
L’etimologia è ovviamente diversa: mentre “tunnel” è mutuato dal linguaggio anglosassone, la “gallerie” è inizialmente un termine francese, forse derivante dal termine trecentesco galilaea.
Ne abbiamo parlato più nel dettaglio nel nostro articolo “Da dove viene il termine galleria?”.
Etimologia del termine “tunnel”
Come anche il termine “galleria”, anche “tunnel” è una parola che può essere declinata in vari contesti, in generale indicando una struttura a forma allungata.
Ma l’etimologia del termine secondo il vocabolario Treccani ha origine dall’inglese “tunnel” e prima ancora dal francese antico tonnel (“botte”, un termine che corrisponde all’odierno “tonneau”).
Il motivo di questa derivazione sembra essere la forma del tetto che avevano le gallerie, in qualche modo simile a una botte.
La storia dei tunnel stradali
Benché la volta a botte fosse un meccanismo architettonico ampiamente utilizzato nelle gallerie che venivano costruite all’interno di edifici, il vero boom dei tunnel si ha con la proliferazione delle strade.
Lo sviluppo del traffico automobilistico è stato infatti esponenziale negli ultimi due secoli e ha reso necessario creare dei varchi all’interno di monti o di altri ostacoli naturali per poter arrivare in modo più veloce dal punto A al punto B senza necessità di modificare l’orografia di un territorio in modo eccessivamente drastico.
In Italia il primo tunnel stradale di un certo rilievo è la Gardesana occidentale, costruita nel 1931-32. Dopodiché abbiamo l’autocamionale Genova-Serravalle Scrivia (1935), diverse gallerie urbane a Napoli, a Genova ed ultima, a Roma, quella del Gianicolo (1939).
Oggi l’elenco è ampio, ma se cerchiamo di isolare gli antenati dei tunnel stradali, è qui che dobbiamo rivolgere gli occhi.
I tipi di gallerie e tunnel
Le gallerie stradali possono dividersi in varie tipologie a seconda della propria capienza, come abbiamo spiegato in questo articolo.
Se invece usciamo dal discorso capienza e consideriamo la tipologia in senso più ampio, abbiamo:
- Gallerie foranee, che servono per attraversare montagne e valichi
- Tunnel che proteggono la sede stradale dalla caduta massi o dalle frane
- Gallerie urbane, che valgono sia per superare strade o zone cittadine (ad esempio la galleria romana sotto il Gianicolo), sia per consentire alle autostrade di valicare centri abitati, manufatti artistici, contesti naturalistici da preservare, e altro
- Gallerie subacquee: qui siamo in presenza di corsi d’acqua navigabili sopra i quali non è possibile costruire dei ponti, che ostacolerebbero la navigazione. Queste hanno in generale due divise sezioni, ognuna per un senso di marcia.
In base poi alla capienza che tale galleria deve avere, abbiamo anche la possibilità di dividerle ulteriormente, per numero di vani o “fornici” – e quindi abbiamo i tunnel a canna singola e a canna doppia.
Per concludere: quando si parla di infrastrutture, possiamo considerare i due termini “tunnel” e “galleria” quasi sempre come intercambiabili.