Secondo il report Mobility and Transport della Commissione Europea del 2021, i dispositivi di mobilità personale hanno visto un boom di mercato negli ultimi anni. A fronte di alcune recenti modifiche normative viene da chiedersi se seguiranno anche degli adeguamenti urbanistici o degli ulteriori obblighi per chi guida tali dispositivi.

Analizziamo la questione della sicurezza di tali dispositivi, e vediamo di trovare una risposta basata sull’evidenza.

Il pericolo della promiscuità nella mobilità personale

Così come la promiscuità di pedoni, bici e automobili richiede la divisione della carreggiata, ove possibile, in corsie dedicate ognuna a un mezzo di trasporto differente, così potrebbe essere anche per monopattini elettrici, scooter elettrici o “e-scooter”, bici elettriche e quant’altro.

Certo, la proliferazione infinita delle corsie non è possibile.

Ma l’obiettivo principale, in ottica di contenimento del rischio per tutti gli utenti della strada, è quello di suddividere utenti a velocità diverse.

I rischi

Ad esempio, se possibile è da evitare la promiscuità tra pedoni, biciclette e monopattini elettrici.

Non solo per un discorso di traiettorie che si incrociano e di difficoltà di prevedere i movimenti di un veicolo che viaggia a velocità molto diversa dalla nostra: altri due problemi attuali e urgenti sono anche lo spazio di frenata e le protezioni individuali.

Infatti, lo spazio di frenata necessario per una bicicletta elettrica a velocità media è ben superiore a quello di una bicicletta normale, come è facilmente intuibile.

Eppure, anche consentendo a una bicicletta elettrica di circolare nella stessa corsia dell’automobile, anche se si verificasse la parità di velocità, comunque le protezioni dell’utente in bicicletta sarebbero nettamente inferiori rispetto a quelle dell’autista.

Queste sproporzioni rendono urgente la discussione sugli adeguamenti urbanistici necessari per i nuovi dispositivi di mobilità personale.

Gli incidenti riportati nel 2021 per i monopattini

Come riporta il report della Commissione Europea sovracitato, i monopattini condivisi sono usati principalmente per attività ricreative, durante il fine settimana e dai giovani uomini. I monopattini elettrici di proprietà privata sono più spesso utilizzati per il pendolarismo. Si ipotizza che il loro rischio di incidente sia simile a quello dei ciclisti. 

La maggior parte degli incidenti con un dispositivo di mobilità personale è causata dalle cadute. Le lesioni più comuni per gli utenti di monopattini (condivisi) sono le lesioni alla testa, seguite da fratture degli arti inferiori e superiori, lesioni dei tessuti molli, e lesioni e fratture del viso e del collo. 

Le prove empiriche confermano quanto detto sopra sullo spazio di frenata e le protezioni individuali: le lesioni a seguito di incidenti con monopattini sono più gravi di quelle su biciclette; inoltre, la maggioranza degli incidenti che coinvolgono un e-scooter non coinvolgono un altro utente della strada.

Vittime gravi

La maggior parte delle vittime gravi (oltre l’80% dei decessi di piloti di monopattini e il 50% dei traumi pazienti traumatizzati) derivano da incidenti che coinvolgono un veicolo a motore più pesante.

La percentuale di utenti di e-scooter che indossano il casco durante la guida è molto bassa, anche dove è obbligatorio. Inoltre, una grande percentuale di utenti ammette che spesso guida sul marciapiede, anche quando questo non è permesso.

Possibili soluzioni 

Un’infrastruttura sicura per la micromobilità comprenderebbe il divieto dei monopattini di circolare sui marciapiedi. Per loro rimangono le piste ciclabili, che devono essere abbastanza larghe da consentire la promiscuità di diversi mezzi. 

L’ideale è che ogni dispositivo di mobilità personale sia dotato di frecce, segnale sonoro, specchietti retrovisori e in generale segni riflettenti.

L’aumento dell’uso del casco inoltre può aiutare a prevenire le lesioni alla testa.

 

Come sempre, l’approccio alla sicurezza deve essere multifattoriale, ma soprattutto compreso e condiviso da tutti gli utenti della strada, oltre che dalle istituzioni.