Il concetto di “risanamento ambientale”, strettamente connesso con quello di qualità ambientale, è una conquista piuttosto recente della storia dell’umanità.

Un concetto che va oltre l’estetica e le finalità paesaggistiche che può avere un intervento strutturale o urbanistico, e va a intersecare anche dei valori strettamente ecologici e orientati al rispetto dell’ambiente.

Definizione

Potremmo definire “risanamento ambientale” l’identificazione, lo studio e la progettazione degli interventi tecnologici e di processo che mirano a recuperare o a mantenere la qualità ambientale.

Ci si riferisce in particolare ad ambienti che hanno subito l’impatto negativo di un’altra infrastruttura o di un insieme di infrastrutture: è il caso ad esempio di siti naturalistici contaminati dall’attività di una città, da una zona industriale, oppure dalla semplice presenza umana incontrollata – non dimentichiamo infatti che anche un turismo eccessivamente fitto in una riserva naturale può alterarne la forma in modo indelebile, impattando sulla flora e fauna locali.

In questo contesto è evidente che la qualità ambientale sia stata modificata, ed è proprio qui che interviene un complesso intorno di tecnologie e processi che mirano al ripristino della qualità ambientale originaria, insieme alla riduzione dell’impatto delle attività civili ed industriali.

La storia del risanamento ambientale

Alla fine dell’800 si parlava di “risanamento ambientale” riferendosi a ambienti umani non igienici. Tali ambienti, considerati non idonei all’abitabilità umana, venivano risanati per consentire spazi più consoni, meglio arieggiati, con condutture fognarie funzionanti o altri aggiustamenti architettonici di questo tipo. 

Oggi i problemi che richiedono un risanamento ambientale si sono espansi e vanno a raccogliere un ventaglio più ampio di casi. 

In generale l’ingegneria ambientale riguarda interventi di processo e di sistema che vanno ad agire su infrastrutture e impianti, il che è poi corredato dalla realizzazione e costruzione operativa dell’impianto. 

Risparmio di energia

Un ulteriore aspetto costitutivo del risanamento ambientale è il risparmio di risorse energetiche, o meglio il tentativo di non disperderle, di rimetterle in circolo, e di utilizzare quanto più possibile materie prime seconde e rifiuti riconvertiti a bene.

Un concetto che non si limita alle materie prime e all’energia per muovere macchinari e persone, ma anche all’operatività di queste persone e all’ottimizzazione delle loro energie.

Settori di intervento del risanamento ambientale

Molti sono i settori nei quali l’attività umana ha un impatto negativo sulla qualità dell’ambiente, e dove si può intervenire con infrastrutture e tecnologie di risanamento ambientale. 

In particolare, parliamo di trattamento dell’acqua, dell’aria e del suolo, oltre all’intervento su impianti di rifiuti e trattamento gas o fanghi (e altri), e infine siti contaminati.

Il settore edilizio e urbanistico

Non c’è piano regolatore, normativa ambientale o grande opera che possa esimersi da una valutazione di impatto ambientale. Per questo il concetto di risanamento ambientale interessa molto le imprese di costruzione e manutenzione di opere d’arte, soprattutto quando queste sono collocate in contesti naturalistici.