Buone notizie per la rete ferroviaria italiana: oggi (15 ottobre 2021) durante il Consiglio dei Ministri (il tema era le misure urgenti in materia economica e fiscale e alla tutela del lavoro) è stato approvato un decreto legge che contribuirà a  cambiare in meglio il volto della rete ferroviaria italiana.

Sono stati infatti messi a disposizione 1,3 miliardi di euro in più per l’anno 2021

PNRR e rete ferroviaria italiana

Questi fondi sono finalizzati a opere infrastrutturali contenute nel Piano Nazionale di ripresa e residenza (PNRR), di cui abbiamo già parlato in merito agli investimenti in infrastrutture stradali.  Tali interventi sulla rete ferroviaria sono da realizzare entro l’anno 2021 e costituiscono la prima corposa tranche di una serie di investimenti che coprono diversi ambiti, dal rivestimento delle stazioni al potenziamento infrastrutturale di binari e carrozze, e molti altri. 

Ricordiamo per completezza che in totale il Recovery Plan ha messo a disposizione 24,77 miliardi di euro per le infrastrutture ferroviarie, che vengono erogate di volta in volta a seguito di decreti attuativi.

Il tipo di interventi

Si parla in primis dell’elettrificazione di diverse linee ferroviarie nel Sud Italia, ma anche del Terzo Valico dei Giovi-Nodo di Genova. 

Inoltre, c’è sul piatto la creazione di linee ad alta velocità Napoli-Bari e Palermo-Catania e dell’alta velocità/alta capacità sulla linea Brescia-Verona-Padova.

Ci saranno inoltre interventi sulle tratte di accesso al tunnel del Brennero sull’intero sistema europeo ferroviario ERTMS.

La riduzione delle disuguaglianze Nord-Sud

Uno dei vantaggi fondamentali attribuiti a questi investimenti del PNRR nella rete ferroviaria italiana riguardano la riduzione della disparità infrastrutturale tra centro, nord e sud.

In una sua intervista rilasciata a La Repubblica, il ministro Enrico Giovannini afferma infatti che:

“Alla fine del Piano il tempo medio di viaggio in treno si ridurrà del 17%, con un taglio del 24% nelle regioni meridionali, del 22% in quelle settentrionali e del 4,4% al Centro”. 

Ciò si tradurrà, come afferma il ministro, indicativamente in un 38% in meno dell’indice di disuguaglianza tra Nord e Sud relativamente alla possibilità di accesso dei cittadini alla rete ferroviaria. 

Una scelta ecologica e di sicurezza

Un altro punto messo in luce dal ministro Giovannini è il taglio deciso delle emissioni, come effetto del potenziamento del trasporto ferroviario rispetto a quello su gomma.

Nell’intervista si parla di “un taglio di tre milioni di tonnellate all’anno di emissioni di anidride carbonica, pari alle emissioni annuali dei trasporti di tutta Roma. Ancora: la quota di passeggeri trasportati sui treni crescerà dal 6 al 10%, quella delle merci dall’11 al 16%”.

Inoltre pare che anche il numero degli incidenti stradali dovrebbe calare, a seguito dello spostamento di interesse dal traffico veicolare su strada verso i binari.

Le stime parlano di una riduzione del 3,6% entro il 2030, che quantificato in numero di morti significa 150 vittime in meno all’anno.