Le nuove disposizioni del Codice degli Appalti entreranno in vigore il 1° aprile 2023, per rispettare le scadenze previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, e avranno validità dal 1° luglio 2023.

Sono molte le novità del testo. Abbiamo ad esempio la possibilità di affidamenti diretti fino a 5,3 milioni di euro (il limite europeo), sempre consentendo l’appalto integrato, il subappalto a cascata e la tutela del marchio “Made in Italy”.

In sostanza, entro la soglia del 5,3 milioni di euro gli Enti appaltanti possono scegliere tra procedure negoziate e affidamenti diretti. Vale a garanzia della meritocrazia il principio della  rotazione.

Invece per gli appalti fino a 500.000 euro, i piccoli enti appaltanti possono procedere direttamente senza il supporto di enti appaltanti qualificati.

Una grande novità è la reintroduzione dell’appalto integrato, precedentemente vietato dal Codice del 2016, che era stato progressivamente reintrodotto sotto la veste di deroghe motivate da ragioni di rapidità.

Cos’è l’appalto integrato

Dicesi appalto integrato quella particolare tipologia di collaborazione nella quale l’appaltatore contribuisce alla progettazione e all’esecuzione dei lavori. D’ora in poi sarà sempre possibile aggiudicare congiuntamente la progettazione e l’esecuzione dei lavori sulla base del progetto di fattibilità tecnica ed economica. Per rispettare i continui richiami dell’Unione Europea, non ci saranno più limiti al subappalto.

Cosa cambia nella progettazione con il nuovo Codice degli appalti 

Nel nuovo Codice degli appalti, i livelli di progettazione passeranno da 3 (progetto di fattibilità tecnica ed economica, progetto definitivo e progetto esecutivo) a 2 (progetto di fattibilità tecnica ed economica e progetto esecutivo).

Sarà possibile aggiudicare appalti sulla base del progetto di fattibilità tecnica ed economica.

Made in Italy

Il Codice degli appalti tutela il marchio “Made in Italy”, un nuovo criterio di premialità.

Il Codice degli appalti mira anche a salvaguardare il marchio “Made in Italy”. I prodotti provenienti dall’Italia o da Stati membri dell’Unione Europea riceveranno dei punti bonus durante il processo di valutazione delle offerte.

Non va dimenticato che gli Enti appaltanti potranno anche indicare i criteri di approvvigionamento dei materiali per soddisfare standard qualitativi più elevati.

Nuovi responsabili di progetto

Nel nuovo Codice degli appalti, il RUP diventa il responsabile del progetto.

Il RUP, acronimo di Responsabile Unico del Procedimento nel Codice del 2016, diventa Responsabile Unico del Procedimento nel nuovo Codice degli Appalti. Il Codice degli appalti prevede che, per ragioni organizzative, il RUP possa essere coadiuvato dai responsabili di procedimento nelle fasi di programmazione, progettazione, esecuzione e aggiudicazione.

In ogni caso, il RUP mantiene le funzioni di coordinamento, supervisione e direzione. Il RUP deve garantire il completamento del progetto entro i termini previsti.

Il dissenso costruttivo: cos’è e cosa implica

Per accelerare le procedure ed evitare l’interruzione dei lavori nel caso in cui più soggetti siano coinvolti nell’espressione dei loro pareri, il dissenso durante le conferenze di servizio deve essere giustificato e accompagnato da una proposta alternativa.

Per non incidere sul calendario dei lavori, la valutazione dell’interesse archeologico deve avvenire contemporaneamente all’approvazione del progetto.

Altre novità

  • In materia di illeciti professionali e di esclusione dalle gare d’appalto, il nuovo Codice stabilisce che gli illeciti professionali possono essere invocati solo a seguito di una condanna definitiva, di una condanna di primo grado o di misure cautelari;
  • Il principio del risultato è fondamentale nel nuovo Codice degli appalti. Nel rispetto della trasparenza e della concorrenza, gli Enti appaltanti devono garantire l’aggiudicazione e l’esecuzione del contratto nel più breve tempo possibile. In nome del principio del risultato, gli Enti appaltanti possono esercitare il loro potere discrezionale.