Le vediamo e usiamo ogni giorno, ma è raro che ci chiediamo quando hanno iniziato a popolare il nostro Paese. La nascita delle tangenziali segna il passo dell’espansione urbana del dopoguerra ed è diretta conseguenza dell’incremento esponenziale del traffico veicolare.

A un certo punto della storia del nostro sviluppo stradale, si è reso necessario decongestionare i centri urbani e migliorare la connettività tra diverse aree.

Ecco che nascono le tangenziali, strade di grande comunicazione che circondano le città, che portano il traffico al di fuori del centro abitato.

Le prime tangenziali

La nascita delle prime tangenziali in Italia può essere tracciata intorno agli anni ’50 e ’60, un periodo caratterizzato da un boom economico che ha trasformato radicalmente la società italiana. Con l’aumento del benessere, si è assistito a un incremento significativo del numero di automobili, che ha portato a una congestione stradale senza precedenti nelle aree urbane.

La prima tangenziale italiana è stata la Tangenziale di Napoli, inaugurata nel 1960. Questa infrastruttura rappresentava un’avanguardia ingegneristica, e si collocava in uno dei centri urbani più densamente popolati d’Italia.

Negli anni successivi, la realizzazione di tangenziali si è diffusa in tutto il territorio nazionale, con la costruzione di opere importanti come la Tangenziale di Milano, la Tangenziale di Torino, e la Tangenziale di Bologna.

Queste infrastrutture sono state concepite non solo per migliorare la mobilità urbana, ma anche per stimolare lo sviluppo economico delle aree periurbane, favorendo la creazione di nuove zone industriali e commerciali.

Tangenziali e tunnel stradali

Non ci pensiamo spesso, ma l’adozione delle tangenziali, con conseguente necessità di impattare quanto meno possibile sul traffico urbano, ha portato anche alla costruzione di tunnel stradali, viadotti, e svincoli complessi, che hanno permesso di superare gli ostacoli geografici e urbani.

Dal punto di vista sociale ed economico, la costruzione delle tangenziali ha avuto un impatto profondo sulle città italiane. Se da un lato hanno contribuito a ridurre il traffico congestionato nei centri storici, dall’altro hanno anche stimolato una riflessione critica sullo sviluppo urbano e sull’uso dell’automobile come principale mezzo di trasporto.

La necessità di conciliare la mobilità con la sostenibilità ambientale è diventata sempre più evidente, portando a una maggiore attenzione verso le alternative al trasporto privato, come i mezzi pubblici e le piste ciclabili.

Quindi, anche se indirettamente, potremmo dire che sono state proprio le tangenziali a consentire una qualità di vita che le statistiche mostrano sempre più alta all’interno dei nuclei urbani.