Stiamo assistendo in questi anni, parzialmente per causa della pandemia, al calo dell’utilizzo dei mezzi pubblici da parte del grande pubblico.

Senza voler trovare una soluzione univoca, chi si occupa di illuminotecnica e progetta la luce negli ambienti del trasporto pubblico, oltre alla sicurezza e alla normativa, potrebbe tentare anche il miglioramento di aspetti più prettamente psicologici, onde provare a comunicare un messaggio di affidabilità e positività ai cittadini.

Non si tratta di una disciplina estetica, ma di un vero e proprio corpus di studi scientifici, nell’ambito psicologico, che indagano la serenità e il benessere psicologico indotti dall’illuminazione.

Si parla di vari fattori: dall’intensità delle luci al colore, per arrivare alla direzionalità e al modo in cui illuminano gli oggetti – quest’ultimo aspetto è il più difficile da realizzare per chi lavora con l’illuminotecnica, soprattutto considerando che ad esempio nelle stazioni metro e ferroviarie gli utenti si muovono, si spostano, e variano nel loro numero, influenzando così inevitabilmente la rifrazione della luce sugli oggetti.

Le potenzialità della luce sull’umore

  • La luce naturale ha il potenziale di migliorare l’umore, la creatività e le prestazioni cognitive delle persone.
  • L’illuminazione calda può aiutare a creare un’atmosfera accogliente e sociale, mentre l’illuminazione fredda può aiutare a creare un’atmosfera di concentrazione e attenzione.
  • È consigliabile collocare un’illuminazione più calda nelle lampade da tavolo e da terra e una luce più fredda sopra la testa, come accade per la luce in natura.

La luce naturale

La luce naturale ha un effetto potente, quasi primordiale, sul nostro benessere. La luce naturale non abbagliante aumenta il nostro umore, la creatività e anche le nostre prestazioni cognitive, per esempio. Uno stato d’animo positivo, se si parla di metropolitane e treni, potrebbe ad esempio incentivare gli utenti dei mezzi pubblici a ricorrere più spesso a questo tipo di trasporto.

Una soluzione che inizia dall’ingegneria psicologica e perviene infine a un risultato soddisfacente dal punto di vista politico, sociale e ambientale.

La questione dell’abbagliamento

Mentre è importante incorporare la luce naturale nella nostra vita, dovremmo tenere fuori il suo troppo frequente compagno: l’abbagliamento. Molte coperture che fanno entrare solo parzialmente l’illuminazione naturale nelle stazioni lasciano entrare la luce naturale ma tagliano il riverbero. L’uso attento di superfici lucide può aiutare a minimizzare l’abbagliamento. 

Ritmi circadiani

Inoltre, i sistemi di illuminazione circadiana proiettano vari tipi di luce durante il giorno, luce che cambia nel modo in cui lo fa l’illuminazione naturale. Questo aiuta il nostro corpo a mantenere i ritmi circadiani, a tenere sotto controllo i livelli di stress e a ottimizzare il benessere.

La temperatura della luce è importantissima, in questo senso. 

Le luci calde sono ottime per creare un’atmosfera accogliente e rilassante, un’atmosfera in cui ci divertiamo a socializzare con altre persone e siamo inclini a pensare in modo più creativo, mentre le luci fredde sono migliori per i momenti in cui abbiamo bisogno di sentirci attenti o attivi e quando abbiamo bisogno di concentrarci veramente. 

Può essere un’idea progettuale interessante anche porre in un ambiente pubblico un set di luci calde e fredde variabile, certo, compatibilmente con le esigenze di budget e con l’importanza strategica della stazione in oggetto.

 

In generale, negli ambienti privati di design è consigliabile mettere la luce più calda in lampade da tavolo e da terra e la luce più fredda in testa, in apparecchi montati sul soffitto, per esempio. La luce più calda si trova generalmente più in basso nel mondo naturale, all’orizzonte durante l’alba e il tramonto, per esempio, mentre il sole sopra la testa a mezzogiorno è luce fredda.

Chiaramente non sono modifiche e integrazioni sempre possibili in ambienti pubblici, ma anche solo conoscere queste leggi psicologiche dell’illuminotecnica può aiutare a progettare ambienti migliori e più gradevoli, e potenzialmente più utilizzati.