Il G-Cans, conosciuto ufficialmente come Metropolitan Area Outer Underground Discharge Channel, è uno dei più imponenti sistemi di drenaggio al mondo. Lo troviamo sotto la prefettura di Saitama, a nord di Tokyo, ed è un sistema progettato per proteggere l’area metropolitana da inondazioni, un problema sempre più rilevante a causa dei tifoni, delle piogge torrenziali e dell’urbanizzazione.

Per i professionisti del settore edilizio e delle infrastrutture, il G-Cans rappresenta un esempio molto interessante di ingegneria civile moderna.

Abbiamo deciso di trattare l’argomento vista la stretta attualità, e vista l’importanza sempre più alta per la nostra penisola dello studio di sistemi alternativi di gestione delle acque meteoriche, visto il cambiamento climatico ormai evidente al quale stiamo andando incontro.

Perché proprio a Tokyo

Una doverosa premessa: l’area metropolitana di Tokyo è particolarmente vulnerabile alle inondazioni.

La seconda premessa è che in quest’area vivono 37 milioni di persone.

Inoltre, la presenza di numerosi fiumi e bacini idrografici all’interno della regione, come i fiumi Naka, Kuramatsu e Otoshifurutone, rende necessaria una soluzione di drenaggio estensiva per evitare danni significativi alle infrastrutture.

Il G-Cans è stato quindi concepito come un sistema integrato per gestire l’acqua in eccesso durante eventi climatici estremi, evitando che queste masse d’acqua raggiungano le aree abitate.

La nascita del G-Cans

La costruzione del G-Cans è iniziata negli anni ’90 e il progetto è stato completato nel 2006.

In breve: stiamo parlando di una struttura sotterranea gigantesca, costituita da cinque pozzi verticali, un canale di drenaggio principale lungo oltre 6 chilometri e una sala di pompaggio colossale. Ogni elemento è stato progettato con attenzione per gestire e deviare grandi volumi d’acqua, riducendo il rischio di alluvioni nelle aree densamente popolate.

I cinque pozzi principali hanno un diametro di 30 metri e profondità di 70 metri.

Sono stati concepiti per raccogliere l’acqua in eccesso dai fiumi e dai canali di scolo circostanti, cosa abbastanza intuitiva, ma che solo qui è stata realizzata nella pratica.

Questi pozzi fungono da punti di ingresso per l’acqua, che viene poi canalizzata nel sistema di drenaggio sotterraneo, secondo un progetto per certi versi simile a quello delle vasche di laminazione.

Il tunnel di drenaggio

Il cuore del G-Cans è un tunnel di drenaggio lungo 6,3 chilometri, largo 10 metri e situato a circa 50 metri di profondità. Questo tunnel collega i vari pozzi e funge da condotto principale per il flusso d’acqua verso la sala di pompaggio finale.

La parte però forse più nota del G-Cans è la sala di pompaggio, anche nota al grande pubblico come “Tempio sotterraneo”.

La sala è lunga 177 metri, larga 78 metri e alta 25 metri, ed è dotata di 59 pilastri mastodontici che sostengono la struttura.

La funzione della sala è raccogliere l’acqua proveniente dal canale e, tramite enormi pompe a turbine, scaricarla nel fiume Edogawa.

Le turbine, ciascuna con una capacità di pompaggio di 50 m³/s, possono scaricare circa 200 tonnellate d’acqua al secondo.

Come funziona il drenaggio sotterraneo di Tokyo

Il funzionamento del G-Cans è automatico e viene attivato durante eventi meteorologici estremi.

Quando la pioggia eccessiva o i tifoni causano l’innalzamento dei livelli d’acqua nei fiumi, il sistema di drenaggio entra in azione.

L’acqua fluisce nei cinque pozzi verticali, viene convogliata nel tunnel principale e poi trasferita nella sala di pompaggio, da dove viene espulsa verso il fiume Edogawa, che sfocia nell’Oceano Pacifico.

Questo sistema è essenziale per prevenire allagamenti e ridurre al minimo il rischio per le vite umane e per le infrastrutture, ma anche per le abitazioni private.

È un sistema interessante anche in ottica di sostenibilità: l’acqua in eccesso, con questo sistema, non provoca erosione del suolo o contaminazione delle falde acquifere.

Un altro beneficio è la riduzione della pressione sui sistemi di drenaggio urbano tradizionali, che spesso risultano insufficienti per gestire le precipitazioni intense.

Con l’aumento della frequenza e intensità degli eventi meteorologici estremi, il G-Cans rappresenta un modello di gestione delle acque virtuoso, da osservare e studiare.

 

Immagine di AMANO Jun-ichi