La galleria stradale non è solo un’infrastruttura, ma un processo, che va dal primo concepimento alla dismissione o riqualificazione. In questo articolo scopriremo come si svolge il ciclo di vita di un tunnel stradale, in tutte le sue fasi.

Ogni fase è caratterizzata da specifiche operazioni tecniche, gestionali e manutentive, che richiedono la partecipazione di diversi soggetti e l’applicazione di normative rigorose. Questo processo, che può estendersi anche per più di 100 anni, ha l’obiettivo di garantire la sicurezza, la funzionalità e la sostenibilità del tunnel durante tutta la sua vita operativa.

Una vita che inizia con la progettazione.

Fase 1: Progettazione del tunnel

Questa fase comprende la valutazione di fattori geologici, idrogeologici e geotecnici che influenzano la fattibilità e la sicurezza del progetto. Durante la progettazione, vengono anche prese in considerazione le caratteristiche del traffico atteso, il tipo di materiali da utilizzare e le normative di sicurezza nazionali ed europee, come la Direttiva 2004/54/CE, che stabilisce i requisiti minimi di sicurezza per i tunnel nella rete transeuropea.

Le scelte progettuali determinano la durabilità strutturale del tunnel, la sua capacità di affrontare variazioni geologiche e climatiche nel corso degli anni, e la predisposizione all’integrazione di sistemi di sicurezza e ventilazione. Inoltre, la fase di progettazione deve includere un piano per la manutenzione e ispezione periodica del tunnel.

Fase 2: Come si costruisce un tunnel stradale

La fase di costruzione di un tunnel stradale è tecnicamente complessa e richiede l’impiego di metodi di scavo avanzati, come lo scavo meccanizzato tramite TBM (Tunnel Boring Machine) o lo scavo convenzionale. Le tecniche di scavo variano a seconda della natura del terreno attraversato e della lunghezza del tunnel.

L’integrità strutturale viene monitorata durante la costruzione attraverso sensori e misurazioni continue, per prevenire cedimenti o deformazioni pericolose. Dopo questa fase vengono installate le infrastrutture tecniche, come il sistema di ventilazione, illuminazione e drenaggio. La qualità del calcestruzzo utilizzato per il rivestimento del tunnel, insieme alla corretta impermeabilizzazione, è determinante per la longevità dell’infrastruttura.

Fase 3: Messa in servizio

Dopo la fase di costruzione, il tunnel passa attraverso la fase di messa in servizio, che prevede una serie di test per verificare la funzionalità di tutti i sistemi installati. Tra questi ci sono i sistemi di ventilazione, di rilevamento incendi, l’illuminazione e i sistemi di segnalazione per la sicurezza del traffico.

Questi test comprendono anche simulazioni di emergenza, come incendi o incidenti, per assicurare che le misure di sicurezza siano efficaci e che gli interventi in caso di emergenza possano essere eseguiti senza intoppi. Una volta superata questa fase, il tunnel può essere aperto al traffico.

Manutenzione del tunnel stradale

Manutenzione ordinaria

La manutenzione ordinaria rappresenta una parte significativa del ciclo di vita di un tunnel. Questa fase inizia non appena il tunnel entra in funzione e dura per tutta la sua vita operativa. Si tratta in sostanza di operazioni di routine necessarie per mantenere il tunnel in condizioni ottimali e prevenire il degrado strutturale e funzionale, ad esempio la pulizia regolare delle superfici interne per evitare accumuli di polveri e sporco, ma anche le ispezioni periodiche delle strutture per rilevare eventuali crepe o deterioramenti.

Questi interventi sono regolati dal Codice della Strada e dalle norme europee, come la Direttiva 2004/54/CE, che specificano frequenze minime per le ispezioni e la manutenzione.

Manutenzione straordinaria

Oltre agli interventi ordinari, un tunnel stradale può richiedere manutenzione straordinaria in caso di danni o malfunzionamenti gravi. Il tunnel stradale potrebbe ad esempio incorrere in infiltrazioni d’acqua, oppure nell’obsolescenza dei suoi impianti, con conseguente necessità di cambiarli.

Manutenzione predittiva

Uno degli aspetti più innovativi nella gestione moderna dei tunnel è l’adozione di tecniche di manutenzione predittiva. Questa metodologia si basa sull’utilizzo di sensori avanzati e sistemi di monitoraggio in tempo reale per raccogliere dati sulle condizioni del tunnel e prevedere quando sarà necessario un intervento di manutenzione.

I sensori di deformazione, ad esempio, possono rilevare piccoli spostamenti nelle strutture, mentre i sensori di qualità dell’aria monitorano costantemente la concentrazione di gas e polveri sottili, attivando automaticamente i sistemi di ventilazione quando necessario. Questo approccio permette di intervenire solo quando strettamente necessario, riducendo i costi operativi e prolungando la vita utile del tunnel.

Fine vita e dismissione

Il ciclo di vita di un tunnel può variare tra i 50 e i 100 anni, ma alla fine ogni infrastruttura raggiunge un punto in cui la manutenzione non è più sufficiente o economicamente sostenibile. A questo punto, è necessario considerare la dismissione o la riqualificazione del tunnel.

La dismissione di un tunnel richiede la rimozione delle infrastrutture tecniche, la gestione delle macerie e la bonifica ambientale. Tuttavia, molti tunnel possono essere riqualificati attraverso interventi di rinnovo strutturale, come il rinforzo dei rivestimenti o l’installazione di nuove tecnologie.