Usate per contenere la portata di acque meteoriche e “restituirle” al terreno in modo graduale, le vasche di laminazione possono essere un alleato vincente nella gestione del rischio di alluvioni.
Ma non solo: queste vasche servono in generale per controllare l’afflusso d’acqua di un territorio, e per monitorarne il livello di inquinamento.
Vediamo come funzionano le vasche di laminazione, come contribuiscono al drenaggio del terreno e a che punto siamo in Italia con il loro sviluppo e la loro diffusione.
Cosa sono le vasche di laminazione
Innanzi tutto, bisogna operare un distinguo: una cosa sono le vasche di prima pioggia, che raccolgono direttamente l’acqua piovana. Altro sono le vasche volano o vasche di laminazione, destinate alla protezione idraulica di un territorio nei momenti di massima piena.
Le vasche di laminazione potrebbero essere un invaso che corre lungo la linea dei tubi fognari, e che si riempie e gestisce l’acqua in eccesso lungo tutta la direttrice del tubo stesso.
Una seconda possibilità, quella di cui si sente parlare spesso nelle cronache post alluvione in Italia, è quella di un vero e proprio bacino separato dalla rete fognaria, che entra in funzione solo quando le piene d’acqua sono incontenibili dalla rete “normale”.
In generale, la struttura delle vasche di laminazione può essere interrata o a cielo aperto, ed è realizzata in funzione degli eventi meteorici massimi. Le vasche di laminazione permettono la laminazione delle portate di piena, venendo in soccorso dei condotti o del corso d’acqua ricettore.
Tipi di contenimento per alluvione
Un’alluvione o fenomeno meteo eccessivamente intenso, come ben sappiamo, può dar luogo a eventi anche catastrofici. Per questo motivo è importante conoscere i tre tipi di interventi che vengono messi in campo in queste situazioni.
Innanzi tutto, possono venir eseguiti degli interventi localizzati: essi consistono nella realizzazione di invasi che accumulano provvisoriamente una parte dei volumi idrici raccolti, per poi per inviarli alla depurazione in vasche di prima pioggia, oppure direttamente in vasche di laminazione.
In alternativa, si possono realizzare degli interventi diffusi, distribuiti sull’intera area urbanizzata. Infatti, bisogna considerare il principio dell’invarianza idraulica, secondo la quale un terreno non urbanizzato che viene urbanizzato modifica la propria capacità di drenaggio dell’acqua in eccesso.
Ricordiamo che i terreni artificiali, quali asfalto, cemento e simili, sono impermeabili, a differenza di molte strutture geologiche non alterate dall’uomo (è un principio che va preso con i dovuti distinguo, però ci è utile per capire il concetto di invarianza idraulica, che rende necessari dei sistemi compensativi, come le vasche di laminazione).
In sostanza, gli interventi diffusi studiano il comportamento dell’acqua in un territorio urbanizzato su una vasta superficie, e agiscono di conseguenza.
Infine, a seguito di una possibile alluvione possono essere messi in atto degli interventi che non comportano la realizzazione di opere d’arte. In questo scenario si sfrutta al meglio la rete di drenaggio esistente, massimizzandone la capacità d’invaso o riducendo gli inquinanti che entrano in fognatura.
La situazione italiana
In Italia vi è la particolarità che il recente cambiamento climatico sta generando in media precipitazioni più intense che precludono al rispetto dell’invarianza idraulica, e generano alluvioni.
Da diversi anni è stato proposto l’impiego delle vasche di prima pioggia e di laminazione quale intervento strutturale atto al contenimento delle piogge troppo intense, con conseguente rilascio graduale di tali acque nel terreno.
Una nozione importante da tenere a mente è che in Italia i sistemi fognari possono essere separati dai sistemi di drenaggio dell’acqua piovana, oppure unitari, con diversi vantaggi e svantaggi per le due modalità.
I bacini di accumulo sono particolarmente costosi, e questo è uno dei limiti principali alla loro realizzazione. Inoltre, bisogna considerare l’inserimento paesaggistico di tali opere, dato che le vasche di laminazione occupano solitamente una vasta superficie.
Inoltre, una cattiva progettazione può portare a effetti negativi come i cattivi odori e il pericolo di esondazione nelle zone limitrofe, oltre alla possibile infiltrazione in falda di acqua inquinata – rischi perlopiù condivisi con i fenomeni di alluvione.